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CENTRO DI RIABILITAZIONE POLIVALENTE A ROMA

Progetto di musicoterapia - Anno 2021

a cura di Jessica Caruso
 
“IO S(U)ONO CON TE: Musica e Relazione”
 
Uno sguardo al rapporto tra musica e cervello
La “musica”, dal greco “μουσική” (musikè), è l’arte che consiste nell’ideare e produrre successioni strutturate di suoni, differenti per altezza, intensità e timbro, per mezzo della voce umana, di strumenti o dalla combinazione delle due fonti che attraverso i principi dell’acustica provocano la percezione uditiva e l’esperienza emotiva ricercata dall’artista. Nella Grecia antica con il termine musikè si fa riferimento ad un sistema comunicativo complesso ma essenziale nei processi sociali, spirituali ed educativi. Dal valore sacro e trasformativo dell’arte emerge l’importanza della stessa nella formazione della persona. Si può dunque sostenere con estrema certezza che fin dall’antichità, proseguendo nel corso dei millenni, la musica sia stata considerata un elemento fondante nella vita degli individui oltre che una preziosa risorsa per lo sviluppo della cultura e della società.
La produzione e la percezione musicale rappresentano una funzione peculiare del cervello umano, in quanto la musica non è solo un’attività artistica, ma ha insito in sé un enorme valore comunicativo, oltre che terapeutico. Secondo vari studi condotti dalla Dott.ssa Luisa Lopez, semplicemente ascoltando musica è possibile osservare un’attivazione delle aree uditive, visive, tattili e motorie, e delle aree del piacere (Lopez, 2007). Inoltre, ulteriori ricerche condotte nell’ultimo decennio rivelano una sovrapposizione significativamente importante tra le aree implicate nell’elaborazione musicale e nell’elaborazione linguistica, in quanto essendo il linguaggio “espressione” e “materia”, intesa come vibrazione e concretezza sonora, così come la musica esso si costituisce di suoni (Maule, 2016). La risposta della corteccia uditiva è simile allo stimolo sonoro e linguistico; il giro sopramarginale si attiva e risponde in maniera del tutto simile nella comprensione degli aspetti simbolico-linguistici e nella lettura di una partitura musicale. Infine, l’area di Broca è coinvolta e si attiva similmente sia durante l’attività linguistica motoria e sia quando un musicista esegue un compito ritmico o ascolta una musica a lui familiare (Flaugnacco, 2016). Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che alcuni dei meccanismi neuronali alla base della pratica musicale, subiscono delle modificazioni se è impartito un addestramento specifico fin dalla tenera età, con un aumento delle capacità cognitive, uditive e motorie. Questo processo è possibile perché il cervello umano è dotato della capacità di modellarsi secondo gli stimoli a cui è sottoposto, denominata “plasticità neuronale”, attraverso la creazione di nuove configurazioni o modificazioni di connessioni sinaptiche preesistenti. 
Appare dunque evidente il valore terapeutico della musica, che ha in sé la forza della multimodalità in quanto è in grado di stimolare simultaneamente i sistemi uditivi, visivi, sensitivi, motori e limbici, assicurando un’integrazione unica nel suo genere; motivo per cui le tecniche musicoterapiche rientrano all’interno delle pratiche riabilitative. Esse rappresentano infatti quell’insieme di interventi essenzialmente non verbali che utilizzano mediatori “artistici” allo scopo di favorire ed ampliare le modalità comunicative ed espressive dei soggetti. Tali interventi, in ambito preventivo o curativo, non hanno solo il fine di facilitare una libera espressione, ma cercano soprattutto di sviluppare ed ampliare le potenzialità comunicative e le possibilità relazionali dell’individuo, sviluppando la consapevolezza del proprio sé.
 
 
 
Cos’è la musicoterapia?
Il termine “musicoterapia” si fonda su due elementi, la musica e la terapia, e sulla relazione esistente tra essi. Nella letteratura vengono descritte due possibilità di rapporto tra musica e terapia:
  • Musica IN terapia: il ruolo della musica è facilitare il lavoro terapeutico specifico con il soggetto, ricorrendo alle potenzialità della musica come ausilio.
  • Musica COME terapia: il ruolo della musica è centrale all’interno del lavoro terapeutico; la relazione stessa tra l’individuo ed il terapeuta si fonda in modo significativo ed imprescindibile sull’esperienza musicale.
 
Presupposto di fondo della musicoterapia è il linguaggio corporeo-sonoro-musicale considerato un valido strumento espressivo e comunicativo, utilizzabile in alternativa, o in compresenza, al linguaggio verbale. La cultura occidentale è per sua natura prevalentemente fondata sull’uso della comunicazione verbale, al punto tale da lasciare poco spazio alla comunicazione non verbale, invece estremamente importante. Per ciò, la musica si arricchisce di un grande valore comunicativo, da cui ne consegue il caratterizzante significato terapeutico.
La musicoterapia è quindi quell’attività che, sviluppando una relazione tra musicoterapista e bambino, attraverso l’utilizzo della comunicazione corporeo-sonoro-musicale e la conseguente apertura di nuovi canali di comunicazione, favorisce l’espressione, l’integrazione e l’acquisizione di nuove modalità di relazione e comunicazione con sé stesso, con il proprio nucleo familiare e con il mondo esterno, al fine di migliorarne la qualità di vita (Casiglio, 2016).
 
Relazione e musicoterapia
Ogni intervento musicoterapico è plasmato sulla singola persona: il musicoterapista si pone in una posizione di recettività ed ascolto, all’interno della cornice relazionale. Partendo infatti dal presupposto che sia impossibile non comunicare, poiché ogni comportamento è comunicazione, anche l’inattività più totale esprime una comunicazione ed un connesso elemento relazionale.
Nell’ottica di un lavoro clinico, riabilitativo o terapeutico, è possibile lavorare “sulla” e “con la” relazione, ed è fondamentale che ciò avvenga. Sulla base delle teorie dell’apprendimento di J. Piaget si può affermare che la maggior parte dei comportamenti umani sono appresi conseguentemente all’interazione delle persone con il proprio ambiente, in particolar modo con le persone significativamente importanti. È dunque chiaro che un individuo tenderà ad attuare modalità comportamentali, modi di fare e di essere, simili alle modalità che una persona per lui importante ha attivato, attiva o attiverà nei suoi confronti nel corso della vita. Pertanto, instaurare una relazione affettivamente positiva in cui il paziente può sperimentarsi liberamente all’interno di un contesto protetto, con le proprie modalità, e sostenere la capacità del musicoterapista di “stare” con l’altro, permettono di facilitare il processo stesso di apprendimento di modalità comportamentali, relazionali e comunicative e dunque il lavoro riabilitativo.  
 
Musicoterapia e Terapia Neuro-Psicomotoria
Il progetto presentato si basa sull’integrazione di due metodiche differenti all’interno di un intervento riabilitativo in età evolutiva. Terapia neuro-psicomotoria e Musicoterapia si interconnettono in una stretta relazione: entrambe, infatti, possono concorrere a sollecitare lo sviluppo delle potenzialità nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione, attraverso l’esperienza consapevole e sistematica del proprio corpo. Il corpo del bambino comunica sin dalla nascita attraverso un dialogo tonico: si esprime al momento della nascita con le urla e il pianto, con reazioni toniche assiali, con smorfie o gesti; reagisce agli stimoli esterni con aumento o rilasciamento del tono. Le sue modificazioni toniche hanno un senso in rapporto all’altro. In quest’ottica, l’intervento neuro-psicomotorio mira ad armonizzare e riorganizzare il giusto equilibrio tra le funzioni motorie, neuropsicomotorie, affettive, cognitive e neuropsicologiche, ponendo al centro della terapia il corpo ed il movimento, ed inducendo e facilitando lo sviluppo umano, tramite esperienze interiorizzabili ed utilizzabili in ogni esperienza di vita e di apprendimento. D’altro canto, la musicoterapia attraverso un’esperienza di tipo corporeo-sonoro-musicale, facilita l’esplorazione senso-motoria dello spazio fisico e sonoro, stimola l’iniziativa e l’espressione libera delle tensioni interne, favorendo l’elaborazione e la regolazione delle emozioni e promuovendo l’integrazione nel gruppo e la relazione interpersonale tra coetanei.
I due approcci riabilitativi, per quanto differenti, condividono aspetti teorici e clinici di importanza rilevante nel lavoro terapeutico:
  • La centralità degli aspetti socio-relazionali, quali la reciprocità, l’ascolto condiviso, il tempo d’attesa e la turnazione, incentrati sulla ricerca della relazione, come momento essenziale ed imprescindibile di ogni possibile intervento.
  • La presenza di momenti necessariamente indispensabili di osservazione dell’attività spontanea dei bambini.
  • La valorizzazione delle potenzialità e delle capacità emergenti.
  • La disponibilità empatica e l’adattabilità degli operatori alle variabili del contesto.
 
Obiettivi dell’intervento
Tenendo conto dell’importanza di costruire e plasmare l’intervento sulla singola persona, dando valore alle sue caratteristiche individuali e al profilo di sviluppo, nella presente proposta progettuale si intendono perseguire i seguenti obiettivi:
  • Promuovere il potenziamento delle capacità cognitive, come incrementare la regolazione dell’attenzione su ciò che succede nell’ambiente intorno a sé e la capacità di ascolto dell’altro. Le attività musicali richiedono infatti un impegno cognitivo e un controllo del suono e del ritmo attraverso l’ascolto di ciò che si sta facendo, favorendo il mantenimento dell’attenzione selettiva e sostenuta. L’ ascolto non è soltanto musicale ma anche emotivo e permette di sviluppare l’attenzione condivisa, entrando in relazione con l’altro, tramite la costruzione di momenti di sintonizzazione affettiva sulle libere produzioni musicali che emergono.
  • Promuovere la capacità di autocontrollo psicomotorio, attraverso la consapevolezza del proprio corpo e del ritmo della propria attività motoria. Suonare uno strumento richiede infatti di regolare in maniera controllata i movimenti, modulandone, attraverso l’aspetto senso-motorio, la velocità. Solo controllando e coordinando i movimenti, si produce l’effetto che si desidera.
  • Promuovere la sincronizzazione tra tempo interno e tempo esterno, attraverso la consapevolezza di sé, dell’altro e dell’ambiente esterno, imparando ad autoregolarsi, pianificare, interiorizzare, rispettare i turni e modulare le proprie energie.
  • Promuovere il miglioramento della capacità introspettiva e dei processi di auto-regolazione, ovvero favorire l’ascolto di sé e delle proprie emozioni e di gestirne l’espressione. La musica infatti è in grado di mettere a contatto in modo diretto ed immediato una persona con le proprie emozioni, permettendo di esprimerle attraverso il suono. La necessità e la spontaneità con cui si coordina il tocco, l’energia e il ritmo con ciò che si prova, permette di comprendere meglio le proprie emozioni e dargli una forma. Si incrementano così anche le capacità espressive.
  • Promuovere la capacità comunicativa nella relazione con l’altro, favorendo la scoperta e l’uso di canali comunicativi non convenzionali ed alternativi a quello verbale, al fine di sostenere e rinforzare la capacità di esprimere i propri bisogni o le proprie emozioni.
  • Promuovere l’incremento del livello di autostima, reso possibile attraverso il senso di autoefficacia, la consapevolezza di essere capaci di fare e il percepirsi all’interno di un’esperienza positiva e piacevole. Ciò incrementa la soddisfazione verso sé stessi e diminuisce il senso di impotenza appresa a causa di precedenti esperienze negative del quotidiano.
  • Promuovere l’esperienza del singolo nel gruppo, sostenendo l’emergere delle capacità socio-relazionali, nel rispetto delle modalità, dei tempi e delle caratteristiche di ciascuno, e favorendo la creazione di un’identità di gruppo, dove le caratteristiche individuali arricchiscono la dimensione collettiva.
 
Il progetto
Il progetto di musicoterapia proposto “Io s(u)ono con te: musica e relazione” consentirà di stimolare e potenziare specifiche aree del profilo di sviluppo del singolo bambino all’interno di una dimensione collettiva, dando particolare valore alla relazione e agli aspetti socio-comunicativi ad essa correlati. Utilizzando il canale corporeo-sonoro-musicale e sperimentando l’uso della voce, del corpo, del movimento (ad es. body percussion) e degli strumenti convenzionali e non, sarà possibile promuovere i processi di co- e auto- regolazione, la ricerca dell’altro e la condivisione con l’altro, la capacità imitativa e la sintonizzazione. Sarà possibile sostenere e potenziare i tempi attentivi, ampliare il repertorio di interessi e di schemi d’azione. E ancora, acquisire consapevolezza del proprio corpo e del movimento in uno spazio condiviso, rispettando i confini degli altri, le regole sociali e i tempi d’attesa, nonché la turnazione all’interno di un dialogo corporo-sonoro-musicale. La capacità del musicoterapista di “stare” nella relazione sarà un sostegno all’esperienza del gruppo e all’acquisizione di competenze, promuovendo il senso di auto-efficacia dei partecipanti.
 
A chi è rivolto il progetto di musicoterapia?
Il progetto presentato si rivolge all’età evolutiva, ovvero a gruppi di bambini con disturbi del neuro-sviluppo e non, con il fine di promuovere nel proprio vissuto un’esperienza positiva di inclusione e rispetto per l’altro, di sperimentare sé stessi in una posizione attiva e acquisire abilità assenti e strategie da poter successivamente generalizzare nei rispettivi e personali contesti di vita.
 
Tempi e durata degli incontri
Il progetto di musicoterapia sarà strutturato all’interno di una finestra temporale di almeno 6 mesi. Gli incontri, a cadenza settimanale, avranno una durata indicativa di circa un’ora. La durata di ogni seduta è suscettibile di variazioni, in quanto strettamente connessa con quanto si produrrà di volta in volta: per questo motivo, sarà importante fare in modo che il gruppo possa godere della flessibilità oraria sufficiente per garantire il naturale svolgimento di ogni singolo incontro. Chiaramente, i primi incontri saranno volti alla conoscenza reciproca e all’osservazione qualitativa delle modalità di esplorazione e di azione all’interno del setting e con il gruppo in generale.
 
 
Il setting
Il setting, ovvero lo spazio all’interno del quale si svolgeranno gli incontri, dovrà essere il più possibile neutro e strutturato in modo da favorire la partecipazione attiva di tutto il gruppo (l'ideale è una stanza vuota, di dimensioni congrue al numero dei partecipanti e che ne possa permettere il movimento), impedendone però la dispersione. 
 
Costi
I costi dell’intero intervento saranno concordati con la struttura, successivamente alla presa visione e all’approvazione del progetto.
 
Strumenti di valutazione
Il professionista affiderà la supervisione del lavoro ad esperti esterni alla struttura: i costi della supervisione saranno a carico del musicoterapista.
 
 
“Non si deve insegnare la musica ai bambini per farli diventare grandi musicisti, ma perché imparino ad ascoltare e, di conseguenza, ad essere ascoltati.” (Claudio Abbado)


 
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